Chierichetti

Chierichetti

STORIA

CHE COS’E’ UN CHIERICHETTO

Il ministrante è quel ragazzo o ragazza che serve all’altare durante le celebrazioni liturgiche. Sino a prima del Concilio Vaticano II, chi donava questo servizio veniva definito “chierichetto“.

Il termine chierichetto è stato sostituito dal termine “ministrante” che riesce a far capire meglio il suo significato. Esso, infatti, deriva dal latino “ministrans“, cioè colui che serve, secondo l’esempio di Gesù che non ha esitato Egli stesso a servire per primo e che invita a fare anche noi la medesima cosa amando i nostri fratelli.

Ma essere ministrante non si riduce soltanto al servizio all’altare, perché…

1. Il ministrante è un ragazzo che attraverso il Battesimo è diventato amico e seguace di Gesù.

2. Il ministrante è un ragazzo che presta servizio all’altare svolgendo le sue funzioni (portare le ampolline , i candelieri , l’ incenso , la croce ; suonare il campanello).

3. Il ministrante è un ragazzo che manifesta il suo impegno cristiano nella famiglia, nella scuola, con gli amici

Preghiera del gruppo Chierichetti

Signore, rendici capaci di servire con gioia e competenza al tuo altare.

Rendici ragazzi semplici e poveri che sanno aver bisogno degli altri.

Rendici ragazzi aperti che vogliono più comprendere che essere compresi.

Signore, donaci la gioia di vedere contenti quelli che ci stanno vicino.

Donaci un cuore grande che sa dimenticare le offese.

Aiutaci a vivere come Tu ci hai insegnato.

Amen

REGOLE DEL GRUPPO CHIERICHETTI

Introduzione:

a) La figura del Chierichetto: il chierichetto è un ragazzo/a che serve durante le celebrazioni, affinché la liturgia sia più solenne, e l’assemblea possa parteciparvi meglio. L’attività del chierichetto diventa un modo concreto per vivere la vocazione battesimale.

 b) I valori del Chierichetto: i valori del chierichetto sono: Amicizia, Competenza, Esempio, Fedeltà e Gioia.

 

Amicizia la prima qualità del chierichetto è un forte spirito di amicizia, (Gesù ci ha chiamato amici). E’ importante che nel Gruppo chierichetti ci sia uno spirito di amicizia, che si stia bene insieme, che ci si voglia bene. Essere amici ci aiuta anche ad essere uniti e ciò migliora il nostro servizio ci si capisce, ci si aiuta, si costruisce qualcosa di buono.

Competenza: è saper fare al meglio il proprio servizio. Il chierichetto sa cosa deve fare e quando farlo, perché sa che un buon servizio è un offerta a Dio e un regalo a tutta la comunità cristiana. Tutto ciò non significa che il chierichetto sa tutto, ma può capitare di non sapere come comportarsi in una situazione o dimenticarsi qualcosa; è in queste situazioni che il chierichetto chiede, s’informa, senza vergogna o paura. Chiede a chi ne sa di più (responsabili) ed impara. La competenza non scende dal cielo come dono, è necessario imparare, provare e pian piano si diviene competenti nel proprio servizio.

Esempio: Il chierichetto è un esempio per tutti se compie bene il suo servizio. Essere di esempio non significa mettersi in mostra, farsi vedere per vantarsi. Si è di esempio quando si compie bene il proprio servizio; ma l’esempio non finisce sulla porta della Chiesa, anche nella vita di tutti i giorni il chierichetto si comporta come chi ha posto al centro della propria vita e del proprio interesse Gesù e gli altri.
Fedeltà:è la qualità principale del chierichetto. Fedele è colui che è capace di assumere gli impegni e svolgerli. Rispettare i turni partecipare alle riunioni è una forma di fedeltà e di rispetto degli altri. Essere fedeli è un impegno che richiede la capacità di portare qualche peso. Facile è servire alle Messe solenni, più difficile essere presenti con costanza ad ogni messa o a quelle in orari più disagevoli.
Gioia: il chierichetto vive nella gioia che non è la semplice allegria, ma è il sapere che Gesù ci vuole bene, sempre anche quando sbagliamo. La gioia nasce dal cuore e dal sapere che la (nostra) vita è bella, perché è dono di Dio, perché siamo figli di Dio consacrati a lui nel battesimo. Il chierichetto vive di questa gioia ed è contento di servire il Signore, che è suo amico e maestro nella gioia e cerca di portare questa gioia a tutti.

Regolamento

Non disturbare le celebrazioni con inutili chiacchiere;

Usare con rispetto gli oggetti sacri;

Arrivare puntuali all’inizio delle celebrazioni;

Non distrarsi durante le celebrazioni e le riunioni;

Non discutere gli “ordini” dei responsabili;

Prima di parlare accertarsi che la bocca sia collegata al cervello;

Durante le riunioni di contenuto si interviene con idee inerenti al discorso;

Avvisare i responsabili quando non si può partecipare alle riunioni.

LA MESSA

Suddivisione della Messa Cosa fa il chierichetto Cosa fa il celebrante
Ingresso Esce dalla Sacrestia e accompagna il celebrante all’altare Accompagnato dal chierichetto si porta all’altare
Saluto

Atto penitenziale

Gloria

Orazione

Prima lettura
Seconda lettura
Vangelo

Omelia

Preghiera dei fedeli

Accompagna il sacerdote all’ambone Accompagnato dal chierichetto si porta all’ambone
Offertorio

Credo

Accompagna il Sacerdote a prendere i doni e poi li porta sull’altare (Ampolline) Accompagnato dal chierichetto prende i doni e serve la mensa
Orazione sui Doni
Preghiera Eucaristica Al fianco dell’altare ci s’inginocchia quando il
sacerdote impone le mani sui doni
Consacra il pane e il vino
Riti di comunione
Frazione del Pane

Padre nostro

Rito della pace

Comunione

Braccia allargate

Accompagna il sacerdote ai piedi dell’altare

Braccia allargate

Distribuisce la comunione

Orazione finale Accompagna in Sacrestia il celebrante Viene accompagnato in sacrestia

 

Minivocabolario liturgico

Amitto: è quel rettangolo di tela bianca che il sacerdote pone sulle spalle e lega ai fianchi, prima d’indossare il camice.

 

Ampolline: sono vasetti di vetro o di altro materiale nei quali si mettono il vino e l’acqua per l’Eucaristia.

 

Animetta: è un quadretto di lino inamidato che a volte si usa per coprire il calice durante la celebrazione della Messa, soprattutto quando si teme che vi cada qualcosa di estraneo.

 

Asciugatoio: si chiama anche “manutergio”. Normalmente è usato con la “brocca”. Viene anche usato come “tovagliolo” quando si portano le ampolline all’altare, per evitare di macchiare la tovaglia.

 

Aspersorio: è lo strumento (di metallo o di crine) che si intinge nel secchiello dell’acqua benedetta per le aspersioni.

 

Brocca: è un’anfora di metallo o di ceramica (o di vetro) che si usa per portare all’altare l’acqua che serve per le abluzioni (lavare le mani) del sacerdote quando, durante la messa, l’offerta dei doni è piuttosto lunga e varia oppure è stata seguita dall’incensazione.

 

Calice: è la “coppa” di metallo (normalmente dorato) nella quale si versa normalmente il vino per l’eucaristia . Il calice viene benedetto dal Vescovo o anche da un Sacerdote con un rito particolare.

 

Camice: veste bianca lunga fino ai piedi, di solito fermata ai fianchi dal cingolo. La si mette per la S. Messa e per le celebrazioni liturgiche più importanti.

 

Cantari: sono candele, montate su candelieri, normalmente usate da chierichetti “da terzo” soprattutto nei momenti professionali.

 

Casola o (casula): La mette il sacerdote per la celebrazione della Messa o di riti liturgici cui è unita anche la messa. E’ di stoffa colorata: bianca, rossa, verde, violacea o nera; ricopre le spalle o le braccia, fin quasi ai piedi.

 

Cingolo: è il cordone che cinge i fianchi del Sacerdote dopo che a indossato il camice.

 

Continenza: veste di colore liturgico diverso (normalmente rossa), corta, che mette il sacerdote sopra il piviale in occasione della benedizione Eucaristica.

 

Corporale: è il quadrato di tela fortemente inamidata che si stende al centro dell’altare prima di deporvi i doni e in altri momenti eucaristici. E’ come l’animella, ma più grande.

 

Dalmatica: è la veste liturgica propria del diacono. Di stoffa colorata, come richiesto dai vari tempi liturgici, aperta sui fianchi. Sopra la dalmatica il diacono porta la stola (come si è detto).

 

Navicella: spece di vaso (normalmente in metallo a forma di piccola nave) contenente l’incenso che viene usato nella liturgia.

 

Olio: nella liturgia si usa l’olio. L’unzione nella Bibbia aveva significato di consacrazione: i sacerdoti e i re d’Israele venivano unti con l’olio e così erano consacrati nel loro ufficio. Gesù, nuovo sacerdote e re, è l’”Unto”, è il Cristo. L’olio nella liturgia viene usato: 1) nel Battesimo il sacerdote unge il bambino con l’olio dei catecumeni, poi con il crisma per significare la sua consacrazione; entra nel popolo di Dio ed inizia a partecipare al sacerdozio di Cristo; 2) nella Cresima il Vescovo segna la fronte del cresimando col Crisma (olio misto col balsamo). Si è così consacrati testimoni della fede; 3) nell’Unzione degli infermi l’olio cancella i peccati e aiuta il malato a superare con coraggio la sua malattia. 4) Nel Sacramento dell’Ordine il Vescovo unge con il Crisma le mani dei nuovi presbiteri e il capo di un nuovo Vescovo come segno della consacrazione avvenuta per opera di Dio.

 

Ostensorio: è il “vaso” che si usa per esporre l’Eucaristia alla adorazione dei fedeli e per la Benedizione eucaristica.

 

Patena: è il piattello dorato o la coppetta che si usa assieme al calice per la celebrazione della Messa e nella quale si mette il pane per l’Eucaristia.

 

Pianeta: è come la casula ma più stretta, in quanto ricopre solo le spalle. Come la casula ha colori diversi e spesso è ornata con pregevoli ricami.

 

Pisside: Anche questo è un “vaso sacro” che contiene le particole consacrate per la Comunione dei fedeli e per la conservazione nel tabernacolo. E’ come un calice col coperchio.

 

Piviale: è un ampio mantello che scende fino ai piedi, aperto d’avanti e fissato con un fermaglio. Lo si usa, nei vari colori liturgici, in molte funzioni liturgiche, eccetto la Messa. Lo s’indossa sopra la cotta o sopra il camice.

 

Purificatoio: è un piccolo fazzoletto di lino che si usa all’altare per asciugare il calice e i vasi sacri dopo le purificazioni, al termine della Messa.

 

Secchiello: il nome ne indica le caratteristiche. Vi si mette l’acqua benedetta che serve per le aspersioni liturgiche.

 

Stola: è una lunga striscia, di stoffa dello stesso colore dei paramenti. La mette il sacerdote e il diacono. Quest’ultimo la porta trasversalmente dalla spalla sinistra al fianco destro.

 

Turibolo: formato da un contenitore (specie di scatola rotonda) sostenuto da catenelle. Vi si mette la brace sulla quale si pone l’incenso. Viene usato, appunto, nelle incensazione e viene portato all’altare dal “da secondo” con la navicella.

 

 

ANNO LITURGICO E COLORI

Esiste un anno civile, un anno scolastico… ed esiste per la chiesa un anno liturgico. Esso comincia la prima domenica d’Avvento e finisce con la domenica di Cristo Re. Ha lo scopo di farci considerare, durante un anno intero, tutti i misteri della vita di Gesù Salvatore; dalla sua attesa sulla terra sino al ritorno al Padre, perché anche noi possiamo partecipare al suo mistero Pasquale. È così strutturato: Avvento – Natale – Quaresima – Pasqua – Pentecoste – Tempo per annum (ordinario).

I tempi forti, cioè quelli che richiedono una particolare partecipazione ed impegno trasformatore, sono l’Avvento e la Quaresima, in preparazione alle relative festività di Natale e Pasqua. Durante l’anno troviamo le feste della Vergine Santissima e dei Santi (immacolata, S. Famiglia, S. Giuseppe, S. Pietro e Paolo, S. Anna…). Questi hanno tale importanza perché hanno un posto speciale perché sono quelli che più da vicino hanno partecipato alla vita di Gesù. Nei giorni non festivi vengono celebrate le S. Messe dei vari santi o semplicemente feriale.

I colori dei paramenti sacri variano a seconda del rito liturgico o secondo il tempo dell’anno liturgico che ricorre. Oggi, salvo usi e costumi locali, i colori liturgici sono:

 

  1. BIANCO o ORO: per il tempo pasquale e il tempo natalizio, le feste del Signore, della Madonna, degli angeli e dei santi non martiri. E si una anche nelle celebrazioni speciali (Prima Comunione, Santa Cresima…)
  2. ROSSO o PORPORA: per le feste dello Spirito Santo, della Santa Croce, della Passione di nostro Signore e dei Santi Martiri..
  3. VERDE: Per il tempo che segue l’Epifania sino alla quaresima e durante la Pentecoste.
  4. VIOLA: per il tempo d’Avvento, di Quaresima, di Passione, per i giorni di penitenza e per la liturgia dei defunti.
  5. ROSA: per la terza domenica di Avvento e la quarta di Quaresima.
  6. NERO: per la festa dei defunti e per i funerali.

 

I LIBRI LITURGICI

Le norme e le formule per lo svolgimento delle azioni liturgiche nei libri liturgici, che sono i seguenti:

  1. MESSALE: il libro che contiene le norme e le formule per la celebrazione della Santa Messa.
  2. LEZIONARIO: il libro o meglio i libri che contengono le letture bibliche che si proclamano nella celebrazione della Santa Messa e dei Sacramenti. Essi sono:

A.Lezionario feriale anno I e anno II.

B.Lezionario festivo anno A – B – C.

C.Lezionario per celebrazione dei Santi.

D.Lezionario per le Messe rituali.

E.Lezionario per le Messe ad diversa e votive.

  1. LITURGIA DELLE ORE: in quattro volumi, è il libro della preghiera della Chiesa
  2. RITUALI: libri che contengono le norme e le formule per la celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali. Essi sono:

A.Rito del Battesimo.

B.Rito della Confermazione.

C.Rito della Penitenza.

D.Rito delle Esequie.

 

LE PARTI DELLA CHIESA

Nella chiesa di Gesù Cristo, i luoghi consacrati a Dio e all’esercizio del culto hanno una particolare ragione di segno, ossia indicativi di realtà superiori, come si può bencapire dalle formule con le quali vengono benedetti e consacrati. Ecco i principali:

 

  1. TEMPIO: è il luogo sacro dove il popolo di Dio si raduna in assemblea per la celebrazione di culto liturgico (cappelle, chiese, abbazie, cattedrali, basiliche…)
  2. ATRIO o BUSSOLA: che separa l’edificio sacro dal mondo profano.
  3. AULA: destinata a raccogliere l’assemblea dei fedeli, e che può essere a una, due tre, a cinque navate, o anche a forma ovale.
  4. PRESBITERIO: destinata ad ospitare ministri e ministranti per l’esercizio del culto, al centro del presbiterio sorge l’altare.
  5. ALTARE: è una mensa su cui si compie il sacrificio della Santa Messa.
  6. CAPPELLE o ALTARI: spazi costruiti a modi di piccoli presbiteri lateralmente alla navata centrale o indipendenti da questa.
  7. TABERNACOLO: è la custodia dove si conserva il Santissimo Sacramento.
  8. AMBONE: podio dove si proclama la Parola di Dio e nel quale si può tenere l’omelia.
  9. BATTISTERO: è l’ambiente nel quale è collocato il fonte battesimale.
  10. ACQUASANTIERA: vaso di marmo all’ingresso della chiesa nel quale si conserva l’acqua benedetta ad uso dei fedeli per a segnarsi.
  11. CANTORIA: è un palco ove risiedono i cantori.
  12. CAMPANILE: detto anche torre campanaria, costruzione tipicamente cristiana, è il luogo per la conservazione e il suono delle campane. È luogo sacro e va rispettato come tale.
  13. CONFESSIONALE: luogo dove li celebra il sacramento della Riconciliazione.
  14. ORGANO: strumento musicale antico che rende maestose con il suo suono imponente ogni formula, benedetto va conservato e trattato con competenze artistica.
  15. PULPITO: costruzione a modo di balcone dal quale si pronuncia l’omelia.
  16. SACRARIO: piccola vasca isolata da ogni condutture, nella quale si versano le acqua che sono servite a qualche purificazione o abluzione sacra.
  17. SACRESTIA: locale dove si conservano gli oggetti necessari al culto, dove i ministri indossano i sacri paramenti.

Tra le chiese due meritano un particolare rilievo nella vita del cristiano e sono:

A: LA CHIESA CATTEDRALE: che è la chiesa dove risiede il Vescovo della Diocesi; detta così perché in essa vi è in permanenza la cattedra della quale il Vescovo, quale successore degli Apostoli, insegna da maestro ai suoi fedeli; è la più importante chiesa di una diocesi, di cui è il cuore.

B. LA CHIESA PARROCCHIALE: che è la chiesa dove risiede il sacerdote che esercita, come parroco, la cura spirituale delle anime su un determinato territorio: dopo la cattedrale, merita il nostro filiale amore in modo speciale.

MINISTRANTI OK

Nella nostra Parrocchia c’è un gruppo assai numeroso di bambini e bambine, ma anche ragazzi e ragazze che svolgono un SERVIZIO davvero speciale: sono MINISTRANTI, nel linguaggio più comune CHIERICHETTI, il Prevo li chiama affettuosamente “i miei cardinali”.

Si impegnano ad essere precisi, disponibili, all’altezza della missione che compiono. Sono come una grande famiglia dove i grandi insegnano ai più piccoli ed è sempre festa quando si aggiunge un nuovo amico.

Una breve catechesi prima della Messa domenicale delle 11.00, li aiuta a scoprire meglio il significato del loro servizio, a cogliere le caratteristiche che deve avere un buon ministrante, a conoscere gli oggetti, gli abiti e i luoghi che vengono utilizzati nelle celebrazioni liturgiche.

5 NUOVI MINISTRANDI

 

Domenica 14 febbraio 2010 c’è stata la vestizione di cinque nuovi chierichetti, così il gruppo si è nuovamente allargato. E’ meglio così, perché più siamo a servire Gesù più lo facciamo bene. Tutto il gruppo si è dato da fare per organizzare la funzione. Il Prevo ci ha raccomandato di fare i bravi e di stare attenti sull’altare.

Abbiamo fatto una bella Messa, il momento più bello della celebrazione è stata la promessa dei nuovi chierichetti di servire Gesù con entusiasmo e quando le mamme li hanno aiutati a indossare la veste bianca, e poi abbiamo festeggiato.

I nuovi membri si sono già inseriti nel gruppo ed ora, sotto l’istruzione del nostro cerimoniere per eccellenza, Guido, stanno imparando a muoversi sull’ altare. Inoltre hanno promesso di essere sempre puntuali e di servire il Signore con il loro massimo impegno.

 

Servire all’altare è un’ esperienza speciale perché ti senti più vicino a Gesù, ed è come se fossi in contatto diretto con lui attraverso il cuore. Il gruppo chierichetti apre le porte a tutti e chi volesse farne parte è ben accetto.

E in questa domenica è stata consegnata al nostro GUIDO una pergamena per festeggiare i suoi 10 anni di servizio all’altare.