Storia della costruzione

Storia della costruzione

Iniziamo con una breve cronistoria dell’edificio: è stato costruito verso la fine del 1400, l’atto di donazione del sedime denominato “prato dell’olmo” ai frati Domenicani è datato 1492, quindi i lavori saranno iniziati subito dopo.

Nel suddetto sedime sorgeva già una cappellina dedicata alla Madonna risalente alla prima metà del 1400.

Questa cappellina è stata incorporata nell’edificio costruito dai Domenicani.

Tutto il complesso è stato ristrutturato verso il 1680 – 1690 come attestava un cartiglio che esisteva sulla facciata. Tale intervento avvenne probabilmente in concomitanza con il restauro della chiesa di S. Maria e durante questi lavori è stato eliminato un arco del porticato e successivamente durante la costruzione del campanile, sostituito da contrafforti appoggiati alla facciata del convento ed al campanile.

Altri restauri si sono susseguiti negli anni successivi senza però alterare l’aspetto esterno del corpo principale dell’edificio.

Nella stesura del progetto di sistemazione ultimata nel 1981 si è badato più che altro alla funzionalità del complesso pur senza trascurare, almeno nell’indispensabile, alcuni dati estetici che l’antichità dell’edificio esigeva, così si è ritenuto, anche per uniformarsi alle prescrizioni della Commissione Edilizia Comunale, di conservare la parte più valida del fabbricato cioè la facciata, dal cam­panile fino a tutto il porticato.

Per il rimanente è tutta nuova costruzione, il loggiato al primo piano verso la roggia Biraga è stato inserito per mantenere l’interruzione che esisteva tra la Chiesa e l’edificio adibito originariamente a convento, interruzione dovuta inizialmente ad un ribassamento del tetto, che non si poteva più conservare per ragioni di utilizzo dello spazio e per un risparmio nella costruzione delle strutture portanti.

Non si è trattato di un restauro, l’intervento è stato troppo massiccio nella sua entità, poi, ragioni tecniche, finanziarie e pratiche, lo hanno escluso a priori perchè la costruzione era troppo degradata.

Nella ricostruzione si è cercato di mantenere le caratteristiche originarie, da vedersi nelle dimensioni delle finestre, nell’altezza dell’edificio, nel tipo dei serramenti e nella gronda costruita in legno.

Nel nuovo edificio si sono ricavati i saloni in cui si svolgono le attività oratoriane.

Al piano terreno, con accesso dal sottoportico, si entra nella prima sala in cui trovano posto le attrezzature per i giochi al coperto ed un piccolo servizio bar, a sinistra c’è un’altra sala in cui sono collocate altre attrezzature di ritrovo, è stato mantenuto per evidente comodità anche l’accesso alla Chiesa.

A destra è stata ricavata la zona dei servizi, costituita da una cucina, i gabinetti ed un ripostiglio. Dal salone si passa poi al vano scala ed all’atrio d’ingresso vero e proprio.

Per esigenze di sfruttamento dello spazio occupato dalla vecchia costruzione, in quanto non era permesso ampliarla, è stato ricavato un piano seminterrato, con accesso diretto dall’esterno, in cui hanno trovato posto lo spogliatoio, le docce, altri servizi, una cantina e la centrale termica.

Al primo piano, con accesso indipendente, c’è l’appartamento delle suore, costituito da un cucinino, tinello, soggiorno, cappellina, due camere da letto ed il bagno.

Dall’atrio dell’oratorio si sale al primo piano costituito da due saloni pluriuso ricreativo, per riunioni, aule catechistiche, ecc.

Si è tenuto conto dell’incidenza del costo per il riscaldamento perchè lo si è previsto a termoconvettori e suddiviso sala per sala in modo da riscaldare gli ambienti utilizzati con possibilità di esclusione dei rimanenti, l’appartamento delle suore ha un impianto di riscaldamento indipendente.

Sempre con l’intento del risparmio energetico, le murature perimetrali ed il sottotetto, sono isolati con lana di vetro.

Nei lavori di finitura, pavimenti, serramenti, ecc. si è badato sia al risparmio che alla durata del materiale impiegato.

Per la sistemazione dell’area circostante si è proceduto alla demolizione della stalla e dell’essicatoio per fare spazio alla formazione dei campi da gioco che sono due: tennis e pallavolo.

L’area rimanente è stata acquisita dal Comune per realizzare un giardinetto pubblico.